Neologismo di recente (2006) introduzione in campo dermatologico derivante dalla fusione di due parole: Entomologia e Dermatoscopia.
La prima indica la scienza che si occupa globalmente degli insetti, la seconda riguarda la disciplina che analizza i nei e/o le altre formazioni cutanee attraverso uno strumento chiamato dermatoscopio che permette di osservare la pelle ingrandita 10 volte.
L’Entodermoscopia (EDS) definisce una nuova applicazione del dermatoscopio nello studio (diagnosi e follow-up) delle ectoparassitosi cutanee ovvero dei parassiti della pelle umana.
Le infestazioni in cui la dermoscopia è più impiegata sono la pediculosi del capo, la pediculosi del pube, la scabbia, la tungiasi, la larva migrans e nuove altre che si stanno aggiungendo.
Il termine introdotto ufficialmente dal Dott. Gaetano Scanni in un corso di dermatoscopia per dermatologi pediatri svolto a Bari il 02-03-2007, è stato poi ripreso dal Dott. Giuseppe Argenziano, esperto internazionale di dermatoscopia, in una pubblicazione dal titolo Argenziano G. et All. Entodermoscopy: A New Tool for Diagnosing Skin Infections and Infestations”; Dermatology 2008;216:14–23
Nel testo l’autore cita la fonte originaria della parola (Gaetano Scanni-Ernesto Bonifazi) e il relativo lavoro in cui è stato stampato per la prima volta Scanni G. Bonifazi E. Viability of the head louse eggs in pediculosis capitis. A dermoscopy study ; Eur. J. Pediat. Dermatol. 2006; 16:201–204
L’entodermoscopia, sta aggiungendo nuove informazioni sulla complessa interazione tra i parassiti e la pelle dell’uomo. Per esempio nel campo della pediculosi del capo ha permesso di evidenziare aspetti precedentemente sconosciuti inerenti le lendini abortive e le feci di questo insetto Scanni G. Bonifazi E. Feces of Pediculus capitis humanus as sign of viability of the louse; Eur. J. Pediat. Dermatol. 17, 77-80, 2007
Ma ha anche permesso di semplificare la differenzazione tra strutture cheratiniche endogene note come cilindri cornei dalle lendini vere e proprie o di identificare l’esoscheletro, esuvia, che rimane sui capelli dopo le trasformazioni che le ninfe del pidocchio affrontano per diventare adulti sessualmente maturi Scanni G. Bonifazi E. Head Lice ; Eur. J. Ped. Dermatol. Vol 18,33-64, 2008
Il vantaggio dell’entodermoscopia, a differenza di quanto accade con un normale microscopio, è quello di osservare il parassita nel proprio habitat mettendo in luce aspetti che in vitro verrebbero inevitabilmente persi o fortemente alterati.
In questo senso l’entodermoscopia, recentemente indicata anche entomodermoscopia, ripropone lo spirito degli studi eco-etologici che si prefiggono di descrivere l’interazione tra animali e il loro ambiente allo stato nativo.
L’entodermoscopia attualmente si avvale di dermatoscopi che forniscono un ingrandimento standard di 10x sufficiente nelle applicazioni per cui è stato originariamente messo a punto (controllo dei nei e altre neoformazioni cutanee).
Per le parassitosi a seconda dell’insetto e della situazione è necessario lavorare con magnificazioni più alte (fino od oltre i 200x ), per questo è auspicabile che si progettino modelli dedicati con più potenzialità per l’osservatore.
Secondo il mio parere un apparecchio ideale per lo studio delle parassitosi cutanee (entodermoscopio) dovrebbe possedere almeno le seguenti caratteristiche:
-Variabilità di ingrandimenti da 10 a 200x attraverso un’ottica zoom
-Registrazione fotografica su un sensore digitale non inferiore ai 5 megapixel
-Illuminazione variabile da luce normale a polarizzata
-Orientamento della fonte luminosa
-Osservazione opzionale ad immersione o a secco senza piastrina
-Possibilità di inserimento di micromanipolatori nel campo visivo.
Dr. Gaetano Scanni
Dermatologo
Bari 20/08/2009